sabato 12 luglio 2008

Certificazione ICEA per L'Antica Tenuta Il Casalino

L'Antica Tenuta Il Casalino, azienda umbra produttrice di olio extravergine di oliva, conferma la propria totale adesione ai valori insiti nel rispetto delle normative che regolano le coltivazioni da agricoltura biologica.
Da anni, infatti, in virtù del convinto impegno profuso dalla proprietà, l'azienda assisana ottiene la significativa certificazione ICEA, come disposto dal Regolamento CEE 2092/91 e dal D.M. 220/95, attestante la totale conformità ai parametri del metodo di produzione biologica. "Su base trimestrale", dichiara Mirco Ragni, responsabile commerciale dell'azienda, "le nostre coltivazioni vengono sottoposte a rigorose visite ispettive relative, in particolare, ai prodotti impiegati per la fertirrigazione e per la concimazione. Dal 2003, da quando abbiamo fatto ingresso nel sistema di controllo ICEA, la nostra azienda ha sempre confermato la totale corrispondenza ai parametri fissati dalla legge: ciò, oltre a essere per noi un riconoscimento di assoluto valore e una gratificazione, è anche una garanzia di qualità per i nostri clienti".
Nell'attuale scenario dei prodotti alimentari, l'agricoltura biologica non è soltanto un metodo di produzione che rispetta la salute dell'uomo e dell'ambiente, ma anche un modello di sviluppo sostenibile capace di valorizzare la qualità delle risorse che stanno alla base del miglior food and beverage tipico proprio del Made in Italy, comparto nel cui ambito l'Antica Tenuta Il Casalino sta ottenendo significativi apprezzamenti indirizzati al proprio modo di produrre biologico.

Per informazioni:
www.tenutailcasalino.com
info@tenutailcasalino.com
Marco Mancinelli
Antica Tenuta Il Casalino press office
338-855.20.88
press.mark@tele2.it

Selex è sempre più capillare



Il gruppo distributivo, formato da 24 imprese associate e da una rete commerciale di 3.128 punti vendita, entro il 2008 dovrebbe raggiungere un fatturato di 8,2 miliardi di euro . La crescita prevista per l'anno in corso è pari a circa 1 0 punti percentuali e legata principalmente all'espansione della rete di vendita. Le imprese associate Selex stanno infatti investendo importanti risorse, si parla di oltre 240 milioni di euro, per rinnovare gli store secondo i nuovi standard di formato messi a punto dalla Centrale nazionale di Trezzano. Nel corso dell'anno, inoltre, verranno inaugurate 117 nuove unità , per una superficie di vendita di 100.000 mq. “In una fase di generale sfiducia e di stallo dei consumi – sottolinea Marcello Cestaro, presidente di Selex – perseguiamo i nostri obiettivi di crescita e di soddisfazione dei consumatori, perfezionando costantemente la nostra offerta commerciale. Non solo espandendo la rete di vendita, ma anche con assortimenti e servizi sempre più in linea con l'evoluzione dei consumi”. Ulteriori spinte allo sviluppo di Selex provengono sia dall'ingresso di Nuova Distribuzione - operativa in Lombardia e nella provincia di Alessandria con 41 super e iper a insegna SuperDì e IperDì - che dall' incremento del 7,9% , rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, delle vendite registrato da gennaio a maggio del 2008. Il dettaglio diretto nel suo insieme ha fatto segnare una crescita del 9% a rete corrente. Superstore e miniiper hanno messo a segno un aumento del 15% e gli hard discount del 19%, confermando Selex tra i principali player del canale.

Incontro con Giukiano Ricci, marketing manager di Assist Informatica



Giuliano Ricci è marketing manager in Assist Informatica, software house che opera su tutto il territorio nazionale e che realizza programmi gestionali sia “ad hoc” che multiclient per piccole, medie e grandi aziende appartenenti a settori diversi.


Quale definizione darebbe al marketing (a breve e medio termine)?

Nel breve, la promozione del servizio. Nel medio, indipendentemente dal prodotto, la promozione dell'immagine aziendale e della professionalità dello staff.
Nella Sua azienda come è strutturata la funzione marketing?

Pur essendo un'azienda di non grandi dimensioni, dedichiamo una parte importante delle nostre risorse interne alla promozione ed al marketing per ogni tipologia di cliente.
Quali ruoli e quali sottosistemi organizzativi sono coinvolti nel marketing operativo?

Sono coinvolti direttamente i nostri commerciali.
Come è strutturata la funzione commerciale?

È composta da un coordinatore commerciale e dai responsabili per settore.
A chi fa capo?

Direttamente a me.
Come potrebbe definire la mission e la filosofia della Sua azienda?

Fornire servizi ad alto valore aggiunto.
Quali sono le politiche e le strategie di marketing adottate dalla Sua azienda?

Contatti frequenti con i clienti e organizzazione di eventi mirati.
Come si configura nella Sua azienda il marketing tattico e quello strategico?

Per quanto riguarda il marketing tattico, ricorrendo a contatti frequenti con i clienti potenziali e con i clienti acquisiti. Per quanto riguarda il marketing strategico, ampiando la serie dei nostri software gestionali, in modo da renderli sempre più "fatti su misura" per i clienti.
Come sarà il marketing prossimo venturo?

Sempre più orientato verso ciò che l'azienda può offrire in termini di valore aggiunto, illustrando concreti esempi di sviluppo.
Quale definizione potrebbe dare alla comunicazione aziendale?

Divulgazione dell'essere dell'azienda.
Quali sono le politiche e le strategie di comunicazione adottate dalla Sua azienda?

Oltre al ricorso alle nuove tecnologie, facciamo partecipare i nostri clienti ad eventi che consentono di conoscere meglio la nostra azienda e ciò che possiamo fare per loro.
Come si configura nella Sua azienda la comunicazione tattica o di brand?

Punteremo ancora su eventi ad hoc mirati ad agevolare ulteriormente il nostro contatto promozionale e commerciale con i nostri targets clienti.

Come sarà la comunicazione nel prossimo futuro (vicino e lontano)?

Sempre più legata alla nuove tecnologie, anche se sono pienamente convinto che il contatto diretto resterà un elemento imprescindibile.

Intervista a cura di Marco Mancinelli
(Tratto da Marketing Journal)

Il sistema YouTube contro la pirateria



Con YouTube Video Identification, il servizio di video promette a Hollywood e alle televisioni un giro di vite sui contenuti illegali presenti sul sito. Una mossa con cui spera di invitare i colossi dei media a stringere nuovi accordi di business e a rinunciare alle cause legali. YouTube continua a mandare segnali di pace al mondo dei produttori di contenuti. L'ultimo in ordine di tempo, nonché il più atteso dall'universo del cinema e della televisione, è arrivato ieri. Il sito di video di proprietà di Google ha infatti comunicato il lancio (in fase beta, ovviamente, come da costume della casa) di YouTube Video Identification, una tecnologia che dovrebbe limitare la presenza contenuti illegali sulla sua piattaforma. Annunciata nel luglio 2007, la soluzione è considerata dal management di Mountain View la chiave di volta per evitare cause legali (come quella da 1 miliardo di dollari intentata da Viacom), consegnare ai fornitori di contenuti un ambiente protetto per i loro prodotti per coinvolgerli quindi in accordi di rilievo, attrarre gli inserzionisti e trasformare finalmente YouTube, pagato 1,65 miliardi di dollari, in un business. Come funziona? Dal punto di vista tecnologico, l'idea di YouTube Video Identification è quella di creare una sorta di "impronta", di immagine di ogni singolo video da custodire nel database di Google. In questo modo, ogni contenuto inserito su YouTube sarà automaticamente confrontato con l'archivio di "impronte" e gestito di conseguenza. In caso di corrispondenza, può essere, sempre in modo automatico, respinto, accettato, oppure pubblicizzato e accompagnato da pubblicità (con relativa condivisione dei proventi con YouTube). Il tutto, ovviamente, sulla base delle intenzioni espresse dai titolari del copyright e degli accordi che questi hanno eventualmente stretto con il servizio. Il sistema, che è stato testato da nove aziende, tra cui Walt Disney e Time Warner, permette "ai titolari di copyright" di "scegliere quello che desiderano fare dei loro video: bloccarne la visione, promuoverli o anche – in caso decida di sviluppare una partnership con noi – guadagnarci". Concetto ribadito al New York Times da David King , YouTube product manager: "Abbiamo bisogno che la comunità dei produttori di contenuti lavori con noi".